26ª domenica dopo Pentecoste | Impariamo a essere ricchi nel Signore | La parabola del ricco stolto Vangelo secondo Luca 12, 16-21

In questa domenica – un’altra benedetta tappa alla scuola della misericordia – il Signore ci mette davanti una parabola, tanto breve quanto profonda nel suo significato, tutta partita dal dolore dell’uomo comune, che cerca sempre di arricchirsi. qui e ora e ad ogni piè sospinto, cercando la via più facile e comoda: „Maestro, di’ a mio fratello che divida con me la sua eredità”.  (Lc 12,13).

La risposta del Signore rimane una lezione di vita per tutti noi, che vediamo sempre in Colui che è venuto a darci la vita e la vita in abbondanza (In. 10. 10), Colui che risolve, giorno per giorno e ora per ora, i nulla della vita che ci affliggono: „O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?” (Lc 12,14).

A questi, il Signore aggiunge un comandamento, che tutti siamo chiamati ad osservare dal profondo del cuore: „Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede.” (Lc 12, 15)

Detto questo, ci presenta una breve parabola, che mostra la stoltezza dell’uomo amante delle ricchezze, che vedeva solo i granai che avrebbe abbattuto (invece di abbattere le passioni), facendone di più grandi (invece di arricchirsi costruendo le virtù), senza sapere che, proprio in quella notte di sogni vani, avrebbe perso la sua anima per l’eternità: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?” (Lc 12,20)

Sant’Ambrogio di Mediolanum mostra, con grande abilità, che ciò che è importante non è il risparmio in sé, ma il fine per cui si risparmia, perché chi risparmia per il prossimo e per la carità, è simile al Signore che, „da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.” (2 Corinzi 8, 9)

Anche il salmista Davide ci invita a una riflessione profonda sul significato delle ricchezze in questa vita fugace: „Anche se un uomo passa come un’ombra, invano si affanna. Egli accumula tesori e non sa a chi li ha accumulati”. (Sal 38, 9-10) – perché tutto ciò che non viene raccolto e depositato per il Signore, con il Signore, per adempiere ai suoi comandamenti salvifici, si disperde come fumo e cera fondente dalla faccia del fuoco.

Una parola vera ce l’ha lasciata Sant’Efrem Siro, dicendo: La lode dei cristiani è accogliere gli stranieri e mostrare misericordia. La lode e la salvezza dei cristiani è che sempre alla loro tavola mangino i poveri e i bisognosi e gli stranieri, perché Cristo non sarà mai assente dalla loro casa.

„È qui che si trova la nostra vera ricchezza, „perché dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. (Mt 6, 21)

Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio” (Lc 12,21)

Come posso essere ricco nel Signore, essendo spesso povero nelle cose esteriori? Ma quante persone oggi hanno sete di preghiera e fame della Parola di Dio? Non dovrei cominciare con l’essere misericordioso, rivolgendo la preghiera a tutti coloro che vedo stanchi e oppressi, spesso avviliti e scoraggiati, in cerca di un conforto che rinfreschi la loro grazia e muova il loro cuore al bene?

Impariamo oggi, più che mai, da quel padre paternese che, andando da un vecchio saggio, gli chiese:

– Avva, come possiamo fare miracoli?

Il vecchio pregò, poi gli rispose in silenzio:

– Se insegni a qualcuno a leggere il Vangelo, hai aperto gli occhi a un cieco. Se insegni a qualcuno ad aiutare i bisognosi, hai guarito un uomo paralizzato. Se insegni a qualcuno ad andare in chiesa, guarisci uno storpio. Se guidate qualcuno al pentimento, risuscitate un morto. Ora, andate e fate miracoli!

Impariamo anche noi a fare miracoli, abbracciando il mistero della vera misericordia, „perché dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.” (Lc 12,34)!

† Atanasie di Bogdania