San Macario e il grappolo d’uva
Un giorno fu portato a San Macario un grappolo d’uva, una cosa rara nel deserto. Tuttavia, essendo egli più propenso a prendersi cura degli altri anziché di se stesso, lo mandò a un’eremita, ritenendo che ne avesse più bisogno. Questo eremita, come Macario, si preoccupava principalmente del bene del prossimo; lodò il Signore per tanta bontà e portò il grappolo a un altro fratello, il quale lo passò a un altro ancora. Così, il grappolo iniziò a girare di cella in cella, finendo in monasteri molto distanti tra loro, senza che nessuno ne assaggiasse nemmeno un acino, finché non tornò a Macario.
Vedendo ciò, San Macario prese il grappolo dicendo a se stesso:
“Poiché nessun fratello ha mangiato questo grappolo, come posso farlo io, che sono il loro padre e maestro?” E, detto questo, portò il grappolo e lo mise su una pietra. Un uccello venne e lo portò via, portandolo ai suoi piccoli. Così finì il destino dell’uva di San Macario.