La luce di Cristo apre gli occhi della visione spirituale | Il vescovo Atanasie di Bogdania ha celebrato la Divina Liturgia nella parrocchia ortodossa di Bologna Ovest



Domenica, 21 maggio 2023, Sua Eccellenza Atanasie di Bogdania, Vescovo-Vicario della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, ha celebrato la Divina Liturgia, circondato da un coro di chierici, presso la Parrocchia Ortodossa Romena “Sant’Apostolo ed Evangelista Luca” di Bologna Ovest, presieduta dal Reverendissimo Padre Trandafir Vid.
Nella sua omelia, Sua Eccellenza ha sottolineato che in questa domenica della guarigione dell’uomo cieco dalla nascita, la Chiesa mette a portata di mano l’opera di Dio nel suo incontro con l’uomo, che lo rimodella e lo riorienta per vederlo nella sua gloria.
A questo proposito, attraverso la lettura dell’Apostolo (Atti 26, 1. 12-20) veniamo a conoscenza della testimonianza resa da San Paolo al re Agrippa, in cui parla del cambiamento (illuminazione) ricevuto sulla via di Damasco. Questo avvenne attraverso un segno divino, che prima causò, o meglio, alleviò la sua anima/cecità spirituale, e poi gli diede l’illuminazione/visione spirituale. Possiamo notare che nel caso dell’apostolo Paolo, la luce di Dio è accompagnata da questo segno paradossale, che acceca temporaneamente gli occhi del corpo, come opera di purificazione, per aprire quelli dell’anima/spirito in una pedagogia spirituale e mistagogia della luce divina.
Nella lettura del Vangelo (Gv 9,1-38), ci viene mostrato un segno ancora più profondo in questo mistero del vedere/contemplare la luce divina, ovvero Gesù Cristo guarisce un uomo cieco dalla nascita a Gerusalemme, attraverso un atto di ricreazione degli occhi corporei. L’unzione con la polvere intinta nella saliva del Salvatore mostra l’opera di Dio fin dalla creazione dell’uomo (Genesi 2). Attraverso questa inabitazione accompagnata dal lavaggio nel bagno di Siloam, gli occhi di quest’uomo cieco dalla nascita si aprono per la rivelazione della divinità del Figlio di Dio. Se all’inizio è il Signore a vedere il cieco, alla fine è il cieco a vedere Dio. Così, l’evangelista Giovanni ci mostra il mistero attraverso cui Dio vede l’uomo, ma anche dell’uomo guarito/risanato che vede il Dio incarnato alla luce del suo avvicinamento alla sua creatura indifesa.
Sempre in questo giorno, la Chiesa ricorda i Santi Grandi Imperatori e, come gli Apostoli, Costantino il Grande e sua madre Elena, che con il loro ruolo e la loro “vista” di Dio cambiarono il destino dell’Impero Romano. Con l’Editto di Mediolanum (313), San Costantino diede libertà a tutti i cristiani e portò la Chiesa di Cristo fuori dal dolore e dalla persecuzione e in mezzo all’Impero. In questo senso, l’imperatore Costantino, grazie alla sua conversione (illuminazione), diventa come l’apostolo Paolo, missionario e veggente di Dio.
Il gerarca ha parlato anche degli sfortunati eventi che si sono verificati negli ultimi giorni nelle regioni colpite dalle alluvioni, e ha affidato ai cristiani ortodossi di queste zone l’aiuto e la preoccupazione della Chiesa di essere sempre vicina alle parrocchie in questa prova, collaborando con le autorità civili e statali. All’evento era presente anche il console generale Neagoe Edmond, che ha rivolto una parola di incoraggiamento e di collaborazione con le parrocchie colpite per aiutare le persone che soffrono.

Al termine della Divina Liturgia, Sua Eccellenza si è congratulato con il Reverendissimo Parroco per il lavoro pastorale e missionario svolto in questa comunità, che celebra i 10 anni dalla sua fondazione attraverso la benedizione gerarchica ricevuta.
Nel pomeriggio della giornata, Sua eccellenza ha incontrato (un’altra) parte dei sacerdoti della zona dell’Emilia Romagna, colpiti dalle alluvioni degli ultimi giorni, discutendo con loro degli aspetti pratici attraverso i quali la Diocesi Ortodossa Romena d’Italia è concretamente impegnata ad aiutare le persone colpite dalle alluvioni.

L’omelia può essere ascoltata integralmente qui: