Visita pastorale alla parrocchia romena di Passo Corese | S.E. Atanasie di Bogdania ha celebrato la Divina Liturgia
Nel giorno della festa dell’Ingresso del Signore a Gerusalemme, domenica 9 aprile 2023, Sua Eccellenza Atanasie di Bogdania, Vescovo Vicario della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, ha celebrato la Divina Liturgia presso la Parrocchia Ortodossa Romena “Il Santo Martire Hermes” a Passo Corese, guidata da Padre Gabriel Andriuță. Al momento opportuno, il Vescovo ha istituito come lettore un laureato dell’Estensione di Roma della Facoltà di Teologia “Iustinian il Patriarca” di Bucarest.
Nel sermone, Sua Eccellenza ha parlato della festa dell’ingresso del Signore a Gerusalemme, che apre la strada al digiuno con e per il Signore, separando il periodo della Quaresima dal periodo della Settimana delle Passioni. La Quaresima, caratterizzata dalla sofferenza dell’uomo, termina con la risurrezione di Lazzaro, e la Settimana Santa, caratterizzata dalla sofferenza del Signore, termina con la risurrezione di Cristo. Cristo ha risuscitato Lazzaro in modo che prendesse il suo posto, vincesse la morte e mettesse davanti a noi una tomba vuota e oscura che fa scaturire la vita – come segno della risurrezione.
Riguardo all’unzione con mirra di nardo di gran prezzo del Salvatore da parte di Maria, durante la cena, dopo la risurrezione di Lazzaro, il Vescovo ha sottolineato che attraverso la sua azione amorevole, il cielo si unisce alla terra, alla testa e ai piedi, ungendo con una fragranza benvoluta Colui che doveva entrare nel sepolcro. Insieme a questa unzione per il funerale, c’è anche una misteriosa unzione, che ci mostra una teofania: Cristo ci è rivelato come re, perché i re sono unti al momento dell’insediamento; ci è rivelato come sacerdote, anche esso unto al momento dell’ordinazione.
Parlando dei significati dell’ingresso di Cristo a Gerusalemme, il Vescovo Atanasie ha sottolineato che l’asino rappresenta il popolo ebraico che aspettava il Messia, e il popolo che ha salutato il Signore rappresenta le genti, che si convertiranno al cristianesimo, lasciando la menzogna dell’idolatra. Cristo entrò attraverso la Porta d’Oro, che apriva la via verso Betania, da dove venne il Signore, la strada che passava attraverso il Monte degli Ulivi, un luogo dove Cristo trascorreva del tempo con i discepoli, insegnava al popolo e da dove sarebbe asceso al Cielo. Questa porta apriva la strada verso la città di Gerusalemme e verso il Tempio, dal quale ha cacciato i cambiavalute e i venditori, mostrandoci che Cristo non è entrato solo in un semplice edificio, ma nella Casa di Dio, adempiendo lo scopo per cui è stata costruita: un luogo di santità e di preghiera. Mettere i vestiti sul cammino che Cristo attraversa significa la nostalgia del Paradiso perduto e dell’eternità. Allora, Adamo ed Eva furono vestiti di vesti di cuoio dopo l’esilio dal Cielo, e ora, l’uomo pone le sue vesti ai piedi di Cristo, che doveva rivestire l’uomo, dopo la Sua risurrezione, con la veste della Grazia. I rami nelle mani del popolo significano le buone azioni di umiltà davanti a Dio. Il digiuno, la preghiera, il buon pensiero, il perdono e la riconciliazione, l’umiltà e l’amore incommensurabile, da noi commessi, sono rappresentati oggi dai rami d’ulivo che teniamo in mano e poniamo ai piedi del Signore.
Il sermone (in romeno) può essere ascoltato accedendo al link: https://youtu.be/ipVXU4MIAbQ
La parrocchia “Il Santo Martire Hermes” a Passo Corese è stata fondata dal Vescovo Siluan nel 2018, essendo stato nominato parroco Padre Gabriel Andriuță.
Nel 2019, la comunità ha affittato uno spazio per il servizio, che è stato organizzato per poter servire.
L’indirizzo della parrocchia è: Via 24 Aprile 4, Fara in Sabina – Passo Corese
Dipartimento Comunicazione e Immagine DORI