S.E. Atanasie di Bogdania sulla parabola del Ritorno del figliol prodigo: una vera teofania scritturistica.
La 34ª domenica dopo la Pentecoste (del Ritorno del figliol prodigo), il 12 febbraio 2023, Sua Eccellenza Atanasie di Bogdania ha celebrato la Divina Liturgia presso la Parrocchia ortodossa romena “Il Santo Martire Lorenzo, l’Arcidiacono“, a Pavona, guidata di Padre Daniel Şurubaru, consigliere del Dipartimento per i migranti e i poveri, all’interno della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia. Al momento opportuno, il vescovo ha istituito un cappellano per la suddetta parrocchia.
Nel sermone, Sua Eccellenza ha parlato del significato della seconda domenica del Triodiòn, spiegando la parabola del Ritorno del figliol prodigo e le interpretazioni che appaiono in essa.
“Per comprendere la parabola dobbiamo comprendere il contesto in cui il Salvatore la pronuncia. Si trovava circondato sia da coloro che erano considerati peccatori dai pii Giudei, ovvero ii pubblicani, sia da coloro che si consideravano custodi della Legge, come i Farisei, gli scribi e i Sadducei, che guardavano con disprezzo coloro che ascoltavano la parola del Salvatore. Gesù fu accusato da loro del fatto che se fosse stato veramente un profeta, avrebbe saputo che tipo di persone erano le persone di cui si circondava, e non avrebbe perso tempo con loro”.
“Nel Vangelo vediamo una vera teofania scritturale: ci viene rivelato Dio-Padre, amorevole e misericordioso, Dio-il Figlio che si sacrifica per essere Lui (espiazione), Colui che toglie il peccato del figliol prodigo, e Dio-Spirito Santo, attraverso la veste (ma anche l’anello) di cui il giovane perduto e dotto è rivestito”.
“La parabola del Padre misericordioso”
“Sebbene la parabola porti il nome del figliol prodigo, un nome più appropriato sarebbe quello del Padre misericordioso e amorevole, poiché il significato più profondo si trova nel perdono del padre molto amorevole e indulgente. Siamo tutti, in sostanza, figli prodighi, e il Padre è il Dio misericordioso, colui che perdona e ci rimette nel seno della Chiesa”.
“Se vogliamo approfondire il significato, possiamo parlare della parabola del figlio perduto e trovato. Nello stesso contesto, del capitolo 15 di Luca, il Salvatore pronuncia altre due parabole: La parabola della pecora persa e ritrovata, e la parabola della dracma persa e ritrovata. Così, nella parabola del figlio perduto e ritrovato, scopriamo Dio, che vede uno dei suoi figli come perduto, partito lontano e vagante. Dio non vuole perdere nessun’anima, ecco il mistero, non ha nessuno da perdere, essendo l’uomo che sceglie di farlo. Dio ha solo anime da guadagnare per la salvezza”.
Eredità – rompere il legame con Dio
“L’eredità viene ricevuta come dono dopo la morte dei genitori. Esigere l’eredità prima del tempo dovuto significa in realtà dire: dammi la mia parte, da questo momento, tu non esisti più per me. Dal Vangelo vediamo che il legame tra padre e figlio è spezzato. Andando nella profondità del significato e comprendendo la parola eredità, βίος in greco, che si traduce con il termine vita, vediamo che in realtà la vita è richiesta da sola e quindi la connessione dell’uomo con Dio è interrotta. Qui si nasconde l’immagine dell’uomo contemporaneo, per il quale la presenza di Dio è disturbo, che ha bisogno da Lui solo della vita abbondante, dell’eccessivo benessere, che ci allontana dalla fede e dalla vera vita”.
Il ritorno a sé stessi, l’inizio del pentimento
“Nel momento in cui il giovane capisce la follia che ha fatto, si riprende in sé stesso, mettendo l’inizio del pentimento. Questo stato piace a Dio e diventa il momento in cui il Signore abbraccia l’uomo. Il pentimento è sempre il momento dell’incontro autentico tra l’uomo e il suo Creatore”.
Sua Eccellenza ha spiegato alcuni dei significati incontrati nella parabola:
L’accoglienza del figlio da parte del padre rappresenta la protezione offerta per aver violato il comandamento di onorare i genitori, severamente punito dalla Legge dell’Antico Testamento (Deuteronomio 21);
Il vestire con un la veste rappresenta la restaurazione come suo figlio e il recupero della grazia persa attraverso la disobbedienza. Una vera risurrezione, che sostituisce la veste della corruzione (questo mondo) con la veste dell’incorruzione (il regno a venire);
Le nuove calzature rappresentano la connessione del non partire più, del non lasciare il regno promesso, del perseverare sempre nella grazia;
L’anello è il sigillo del dono dello Spirito Santo – un aggiornamento del Battesimo ma anche un rafforzamento del pentimento;
Il vitello grasso, il sacrificio espiatorio per il perdono dei peccati del figlio – la vera Eucaristia, che ha ricevuto, fa rinascere il figlio perduto a immagine della gloria del Signore Gesù Cristo;
Sua Eccellenza ha esortato i presenti ad un’attenta preparazione per Quaresima coltivando l’umiltà, il pentimento, la preghiera, il perdono e la bontà, nutrendoci con la vera Vita, con il Corpo e il Sangue del Signore, partecipando alla Divina Liturgia.
Dopo la Divina Liturgia, il Vescovo ha benedetto le opere che sono state fatte nel luogo di culto e ha offerto al parroco Daniel Şurubaru, come segno di apprezzamento per la bella attività socio-filantropica, la distinzione “Croce per Consiglieri”.
Dipartimento Comunicazione e Immagine DORI