S.E. Atanasie di Bogdania nella Domenica del pubblicano e del fariseo: è tempo di imparare l’umiltà, il pentimento e le buone azioni

Nella Domenica del pubblicano e del fariseo, il 5 febbraio 2023, Sua Eccellenza Atanasie di Bogdania, Vescovo-Vicario della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, ha celebrato la Divina Liturgia al Parrocchia Ortodossa Romena “Santa Martire Agata” a Zagarolo, che ha onorato la sua protettrice oggi. La parrocchia è affidata a padre Gheorghe Panțir.

In questa occasione, il Vescovo parlò nel sermone della parabola del pubblicano e del fariseo, da cui impariamo i benefici dell’umiltà e ciò che è veramente gradito al Signore.

Il Triòdion: il periodo che insegna il pentimento

“Il periodo in cui entriamo è un periodo spiritualmente ricco, che ci prepara a ricevere la gioia della Risurrezione attraverso l’apprendimento del pentimento, necessario per poter superare questo periodo di preparazione. Durante questo periodo diventiamo tutti monaci, siamo tutti chiamati al pentimento, a prepararci per Quaresima, a rinunciare ai piaceri della nostra persona, rinnegando noi stessi”.

Tre settimane di preparazione, sette settimane di pellegrinaggio

“La Risurrezione del Signore si riceve attraverso la preparazione. Ecco perché per tre settimane ci prepariamo per la Quaresima, e per sette settimane siamo pellegrini e rinunciamo a tutto ciò che è esterno e gradito a noi, affamiamo del cibo materiale per saziarci del cibo spirituale ricevuto dal Signore, dal Suo Corpo e dal Suo Sangue.”

La preghiera: il fondamento del pentimento

La preghiera «O Dio, abbi misericordia di me, peccatore», pronunciata dal pubblicano, è quella da cui in seguito deriverà la preghiera esicasta: «Signore, Gesù Cristo, abbi misericordia di me».  La differenza tra la preghiera del fariseo e del pubblicano lo fa la giustificazione e la mancanza di umiltà mostrata dal fariseo. Il pubblicano pronuncia la preghiera con pentimento, comprendendo che solo il Signore può compatirlo, espiarlo e salvarlo“.

Sua Eccellenza ha sottolineato che non le nostre azioni fanno che i nostri peccati saranno perdonati, ma con il sacrificio del Salvatore, essendo Lui che perdona i nostri peccati e ci salva, esortandoci a fare le azioni che il fariseo confessa, e a mostrare l’umiltà del pubblicano e non il contrario, come purtroppo accade con l’uomo di oggi che giustifica la sua mancanza di buone azioni.

Il Vescovo ha parlato anche della protettrice della parrocchia, la Santa Martire Agata, che a metà del III secolo, nella città di Catania in Sicilia, ricevette il martirio e fino ai nostri giorni è operaia nella vigna del Signore e taumaturga.

Puoi ascoltare il sermone in romeno ? QUI

Dipartimento Comunicazione e Immagine DORI