L’ora del tramonto – momenti di ringraziamento a Dio

“Il sole ha conosciuto il suo tramonto. Stendi le tenebre e viene la notte Quanto sono grandi, Signore, le tue opere! Tutto hai fatto con saggezza” (Salmo 103)

Dalle pagine della Sacra Scrittura, il Salvatore fu identificato con “la luce che le tenebre non comprendevano” (Gv. 1,5). Il tramonto e la scomparsa della luce sono stati interpretati, fin dai primi secoli cristiani, come simbolo di Cristo – „Il sole che non tramonta mai”. Così, San Cipriano di Cartagine, nel III secolo, scrive della pratica dei cristiani di pregare al tramonto: „È opportuno pregare al tramonto, perché Cristo è il vero sole e il vero giorno. E, tramontando il sole e la giornata finita, preghiamo e chiediamo che la luce venga di nuovo su di noi, supplichiamo la venuta di Cristo, Colui che ci darà la grazia della luce eterna”.

La ricerca della Divinità nella preghiera al momento del tramonto si è sviluppata in un rituale contenuto oggi in un vero e proprio servizio. La nozione di “vespro” ha la sua etimologia nel greco “hesperios”, che significa “sera”, ma anche “ricerca”. Il tramonto, scandito da questa preghiera liturgica, diventa un momento di ringraziamento a Dio per tutte le realizzazioni, i doni e l’amore di cui siamo stati circondati nel giorno passato. Allo stesso tempo, l’ora dei vespri dovrebbe anche ricordarci gli errori commessi, i momenti in cui ci siamo separati dalla volontà di Dio. Così, il momento del tramonto, scandito dai vespri, è il momento di bilanciare l’intera giornata e il momento dell’incontro con Dio nel silenzio della sera.