Il credente | San Nettario di Egina
Come è bella l’immagine del credente! Quanto mirabile la sua grazia! La sua bellezza incanta, il suo aspetto esprime la fiducia del credente in Dio. La serenità che si dispiega nel suo aspetto esprime la pace dell’anima, la sua quiete esprime l’imperturbabilità del cuore. La benevolenza impressa sul volto del credente testimonia la sua coscienza in pace. Il credente si presenta come un essere umano che si è svincolato dalla tirannia delle incessanti inquietudini della vita, che spesso affaticano lo spirito e, inoltre, come un essere umano la cui ferma fiducia in Dio si raffigura con colori vividi sui lineamenti del suo volto. In verità, il credente si presenta come un uomo beato; ed è beato perché possiede già la certezza che la sua fede proviene direttamente da Dio ed è convinto di questa verità. Dio parla segretamente nel suo cuore. La voce divina ha riempito il suo cuore, che trabocca di gioia divina. Il suo cuore e la sua intelligenza sono offerti a Dio. Il suo cuore arde di carità divina e il suo spirito si sforza di elevarsi a Dio.
Il credente, avendo sciolto le catene dell’egoismo, che limitano in maniera asfittica la carità e non gli permettono di operare e di vedere oltre un piccolo orizzonte intorno a se stesso, si è lanciato lontano e si è liberato dal giogo tirannico della servitù dell’egoismo, sopprimendo il vile culto di se stesso. Così, libero dalle sue catene, corre ovunque sulla terra, in tutti i punti dell’orizzonte, e si affretta dove lo chiama l’amore per il prossimo. Non c’è più nessuno che lo fermi, nessuno che possa nuocergli. I piaceri del mondo – che come fiumi scorrono sempre – e il godimento dei beni terrestri non lo allettano più. Ha scaraventato a terra l’idolo dell’egoismo e lo ha frantumato; e tutti i sacrifici, le offerte e l’incenso che ha portato fino ad ora all’altare di quell’idolo, li offrirà ormai solo al Dio di amore, che ama e adora con tutta la sua anima. È consacrato interamente, anima e cuore, al Dio vero e vivente; dimentica così il mondo e trascura spesso finanche la cura del suo stesso corpo. Il suo sguardo è fisso su Dio, il suo cuore lo desidera incessantemente. Il suo spirito è occupato dal pensiero della sua opera, la sua anima confida nella provvidenza del demiurgo divino.
Tutte le cose stimolano nel cuore del credente sentimenti nuovi. L’intera creazione parla alla sua anima, in una lingua mistica, della sapienza e della bontà del suo creatore. Sua delizia è il pensiero delle opere di Dio; e sua gioia quella che proviene dal guardare fisso la bellezza della creazione. Oggetto della meditazione del suo cuore sono le cose che manifestano le proprietà divine, le immagini del bene sulla terra, cioè il bello, il buono, la verità e la giustizia. Sua felicità, verace e sicura, è la relazione perpetua e ininterrotta con il demiurgo divino. Le parole di Dio sono come miele dolce per la sua bocca. Le medita giorno e notte. Il suo cuore brucia di carità per Dio. Corre a lui e lui cerca meditando sulle creazioni. Sua opera incessante il compimento di se stesso per quanto gli è possibile e suo desiderio ardente la somiglianza a Dio. La carità e il culto di Dio traboccano dal suo cuore ferito dal desiderio divino. L’inno e la glorificazione, il ringraziamento e la benedizione si dirigono con calore e incessantemente dalla sua bocca verso Dio. Dalle sue labbra fuoriesce sapienza, il suo cuore è pieno di saggezza e conoscenza. La sua vita è creatrice e piena di armonia. Vive in maniera spedita, con intenzionalità e prudenza, verso il compimento di sé per cui è stato creato, e gode abbondantemente della felicità che proviene dalla bontà di Dio.
Testo tratto dal volume: San Nettario di Egina, Τὸ Γνῶθι σαυτὸν. Κείμενα αὐτογνωσίας (Il Conosci te stesso. Testi di autoconoscenza), Athos 2011.
traduzione diacono Raffaele Guerra