Romania – 1950. L’istituzione delle unità di lavoro “per la rieducazione degli elementi ostili alla Repubblica Popolare”

Abbiamo già avuto il modo di presentare negli articoli precedenti i cambiamenti portati anche nel campo religioso dopo l’instaurazione del regime comunista in particolare i nuovi provvedimenti della Costituzione del 1948. Faremo riferimento di seguito a due decreti emessi nel gennaio e aprile 1950 che hanno portato all’istituzione delle colonie di lavoro, una forma di repressione, dove venivano arrestati tutti quegli ritenuti potenziali nemici, tra cui, preti, monaci, tutti quegli che nella visione del governo sotto la “maschera religiosa” manifestavano l’ostilità nei confronti del partito comunista. È il momento in cui gli organi repressivi intensificarono le azioni di sorveglianza contro tutti i culti religiosi. Lo scopo era quello di infiltrare informatori all’interno delle Chiese e di monitorare i monasteri (sottoponendoli all’attenzione diretta della Securitate), ritenuti potenziali alloggi degli elementi legionari, oppure della resistenza armata. Nell’intervallo 1948-1953 numerosi preti, monaci e teologi ortodossi ostili al regime vennero indagati, arrestati e condannati a molti anni di prigione, oppure condannati al lavoro forzato nelle unità di lavoro. Nel “Rapporto sull’attività della Direzione Generale della Securitate” si specifica il fatto che “nel 1951 sono stati arrestati, per attività ostile al regime, 5.401 elementi, senza contare quelli costretti al lavoro forzato. Di questi, 3.488 elementi sono stati trattenuti come appartenenti a varie organizzazioni sovversive, ai gruppi di legionari, alle bande, ma anche alle organizzazioni che si nascondevano sotto la maschera dei culti e delle sette religiose. I rimanenti sono stati arrestati perché erano ex informatori dei vecchi servizi segreti, ex S.S., criminali di guerra oppure elementi inseguiti e spariti dal proprio domicilio”[1]. Il leader comunista Gheorghiu-Dej, considerava necessaria “la creazione sotto la direzione del Partito, all’interno del Ministero dei Culti, di un organo il cui compito specifico doveva essere quello di monitorare ogni giorno le manifestazioni del clero e di rimanere in collegamento permanente con il Segretariato di Stato. In ogni paese ci deve essere qualcuno che deve sapere quello che succede nelle chiese per informare il Partito.”[2] Gli internamenti amministrativi praticati dal regime Gheorghe Gheorghiu-Dej, ispirati a quelli sovietici, avevano lo scopo di rieducare, attraverso il lavoro, le persone che potevano creare difficoltà – per via della loro origine sociale, posizione economica o passato politico – alla costruzione del socialismo di tipo sovietico in Romania[3].

Nel 1950, con il decreto del Presidium della Grande Assemblea Nazionale n. 6 del 14 gennaio, sono state istituite le unità di lavoro “per la rieducazione degli elementi ostili alla Repubblica Popolare Romena e in vista della loro preparazione e inquadramento nella vita sociale, in condizioni di democrazia popolare e costruzione del socialismo[4]. In base a questo decreto, nelle unità di lavoro potevano essere mandate le persone che – attraverso le proprie manifestazioni dirette o indirette – mettevano o tentavano di mettere in pericolo il regime di democrazia popolare e rallentavano la costruzione del socialismo nella Repubblica Popolare Romena, le persone che diffamavano il potere o gli organi di stato – quando le loro manifestazioni non potevano essere considerate infrazioni – e i condannati per infrazioni contro la sicurezza della Repubblica Popolare Romena i quali

– alla scadenza della loro pena – non dimostravano di essere stati rieducati[5]. Si apriva, in pratica, una larga strada alle decisioni arbitrarie e abusive, in quanto chiunque poteva essere incriminato di mettere in pericolo, direttamente o indirettamente, il regime di democrazia popolare, o di rallentare o tentare di rallentare la costruzione del socialismo[6].  Gli studiosi hanno individuato cento unità di lavoro nel periodo 1950-1964. La maggior parte erano collocate nella zona dell’Est della Romania, nelle attuali città di: Constanţa, Brăila, Tulcea, Călăraşi. Le più conosciute si trovavano nella zona Canal: Poarta Albă, Capul Midia, Cernavodă, Saligny, Castelul, Galeş, Peninsula, Noua Culme, Taşaul ecc), Balta Brăilei (Periprava, Salcia, Grindu, Giurgeni, Ostrov, Chilia Veche, Florica etc) e anche nelle aree minerarie: Baia Sprie, Cavnic, Nistru). Il regime di lavoro era molto duro. I detenuti erano tenuti in condizioni inadeguate, il più delle volte in baracche insalubri, senza il riscaldamento. Il cibo era scarso e povero. Le persone erano sottoposte a torture, violenza psicologica e a un lavoro estenuante. Nelle unità di lavoro la rata percentuale di mortalità era molto alta. Le persone decedute venivano seppellite senza poter essere individuate. In alcune situazioni le persone furono seppellite e i corpi profanati. L’invio nelle unità di lavoro si faceva con una decisione da parte del Ministero degli Interni. Si è convenuto di ammettere automaticamente tutti quelli che erano alla disposizione delle autorità e che per vari motivi non potevano essere mandati in tribunale. Inoltre, tutti quelli che erano in carcere e non potevano essere mandati in tribunale, secondo la valutazione degli organi dello stato. La messa in pratica del decreto del Presidium della Grande Assemblea Nazionale n. 6 del 14 gennaio 1950 è stata fatta dal Ministero dell’Interno secondo l’ordine n. 100 Cabinet del 3 aprile 1950[7].

L’ordine del 3 aprile 1950 suggeriva: Bisogna che sia chiaro che, generalmente, nelle unità. di lavoro mandiamo chi non può. essere inquadrato nel testo della legge[8] e si specificavano le categorie di cittadini mirati dalla Securitate per essere spedite nelle unità di lavoro, tra i quali, tutti coloro che sotto maschera religiosa facevano proselitismo (varie religioni e sette). Cioè sfruttavano i sentimenti religiosi delle persone per determinarle ad avere atteggiamenti ostili, nemici al regime (miracoli, discorsi con contenuti ostili, sciovinistici)[9]. Nell’ordine del Ministero dell’Interno n. 100 Cabinet del 3 aprile 1950 s’indicava che, per quanto riguarda il clero ortodosso, i dossier che dovevano redare gli organi della Securitate “dovevano contenere sufficienti prove e si doveva agire con tatto e prudenza”.

Le unità di lavoro sono state un importante strumento di repressione da parte delle autorità comuniste contro gli avversari politici e contro tutti coloro che erano considerati “nemici del regime”, un modo per il governo di agire liberamente all’arresto di tutti i nemici, o potenziali nemici, compreso il clero, i monaci, o i fedeli.

Violeta Popescu

 

[1] Florian BANU, Securitatea şi arestarea “duşmanilor poporului”. 1948-1958, link consultabile: http://www.marturisitorii.ro/2014/05/17/securitatea-si-arestarea-dusmanilor-

poporului-1948-1958-un-studiu-de-florian-banu-cnsas

[2] Arhivele Naţionale ale Romaniei, Stenogramele şedinţelor Biroului Politic al Comitetului Central al Partidului Muncitoresc Rom.n [Gli archivi nazionali della Romania, gli stenogrammi delle riunioni del Corpo Politico del Comitato Centrale del Partito Romeno

dei Lavoratori], vol. I (1948), Bucureşti, 2002, p. 386; Adrian Nicolae Petcu, Ministerul Cultelor şi slujitorii altarului,. n “Pro memoria”, nr. 3/2004, p. 314-318.

[3]ANR, fond Consiliul de Stat-Decrete, dosar nr. 1/1950, f. 36 cf. Nicoleta Ionescu-Gură. Internările administrative din timpul regimului Gheorghe Gheorghiu-Dej, cit. in vol. “Caietele CNSAS” op. cit. p. 9.

[4] Nicoleta Ionescu-Gură, Internările administrative din timpul regimului Gheorghe Gheorghiu-Dej I. Internarea in unităţile de muncă (1950-1952) in “Caietele CNSAS”, Anul VII, nr. 2 (14)/2014, Editura CNSAS Bucureşti 2015, p. 9.

[5] Nicoleta Ionescu-GURA, op. cit. p. 9.

[6] Florian Banu, Lagărele de muncă forţată – cea mai arbitrară formă a represiunii comuniste, [a cura di] Cosmin Budeancă, Florentin Olteanu (coord.), nel volume: Forme de represiune in regimurile comuniste, Iaşi, Editura Polirom, 2008, p. 61.

[7] Deciziile de internare in unități și colonii de muncă, link. consultabile sulla pagina web: C.N.S.A.S.; http://www.cnsas.ro/fosta_securitate.html

[8] ACNSAS, Fond Documentar, Ibidem, dossier n. 55, vol. 53, f. 3.; cf. Nicoleta Ionescu-GURĂ, op..cit. p. 11.

[9] Ibidem, ff 2-3. Pentru textul Ordinului MAI n. 100 Cabinet din 3 aprilie 1950, semnat de ministrul adjunct, Gheorghe Pintilie, vezi ACNSAS, fond Documentar, dossier

  1. 55, vol. 53, ff. 1-5.op. cit. Nicoleta Ionescu-GURĂ, p. 12.

[1] Florian BANU, Securitatea şi arestarea “duşmanilor poporului”. 1948-1958, link consultabile: http://www.marturisitorii.ro/2014/05/17/securitatea-si-arestarea-dusmanilor-

poporului-1948-1958-un-studiu-de-florian-banu-cnsas

[2] Arhivele Naţionale ale Romaniei, Stenogramele şedinţelor Biroului Politic al Comitetului Central al Partidului Muncitoresc Rom.n [Gli archivi nazionali della Romania, gli stenogrammi delle riunioni del Corpo Politico del Comitato Centrale del Partito Romeno

dei Lavoratori], vol. I (1948), Bucureşti, 2002, p. 386; Adrian Nicolae Petcu, Ministerul Cultelor şi slujitorii altarului,. n “Pro memoria”, nr. 3/2004, p. 314-318.

[3]ANR, fond Consiliul de Stat-Decrete, dosar nr. 1/1950, f. 36 cf. Nicoleta Ionescu-Gură. Internările administrative din timpul regimului Gheorghe Gheorghiu-Dej, cit. in vol. “Caietele CNSAS” op. cit. p. 9.

[4] Nicoleta Ionescu-Gură, Internările administrative din timpul regimului Gheorghe Gheorghiu-Dej I. Internarea in unităţile de muncă (1950-1952) in “Caietele CNSAS”, Anul VII, nr. 2 (14)/2014, Editura CNSAS Bucureşti 2015, p. 9.

[5] Nicoleta Ionescu-GURA, op. cit. p. 9.

[6] Florian Banu, Lagărele de muncă forţată – cea mai arbitrară formă a represiunii comuniste, [a cura di] Cosmin Budeancă, Florentin Olteanu (coord.), nel volume: Forme de represiune in regimurile comuniste, Iaşi, Editura Polirom, 2008, p. 61.

[7] Deciziile de internare in unități și colonii de muncă, link. consultabile sulla pagina web: C.N.S.A.S.; http://www.cnsas.ro/fosta_securitate.html

[8] ACNSAS, Fond Documentar, Ibidem, dossier n. 55, vol. 53, f. 3.; cf. Nicoleta Ionescu-GURĂ, op..cit. p. 11.

[9] Ibidem, ff 2-3. Pentru textul Ordinului MAI n. 100 Cabinet din 3 aprilie 1950, semnat de ministrul adjunct, Gheorghe Pintilie, vezi ACNSAS, fond Documentar, dossier

  1. 55, vol. 53, ff. 1-5.op. cit. Nicoleta Ionescu-GURĂ, p. 12.